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07/07/2009 Resoconto delle prime indagini
effettuate dal 04 maggio al 07 luglio 2009 del
Centro internazionale di studi geocartografici
storici laboratorio di ricerca di Ernesto Paleani
Editore nel territorio di Tifernum Tiberinum (Città
di Castello)
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INIZIO PROGETTO RICERCA
2009-2010
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Il Centro internazionale di studi geocartografici
storici a seguito della indagine svolta dal dott.
Ernesto Paleani nel periodo 4 maggio - 7 luglio 2009
e dopo vari incontri con specialisti ed esperti che
faranno parte del progetto e verificata la
documentazione depositata presso la biblioteca
comunale G. Carducci di Città di Castello,
L'Archivio Centrale dello Stato, l'Archivio di Stato
di Roma, l'Archivio di Stato di Perugia, l'archivio
di Stato di Foligno, la Biblioteca Apostolica
Vaticana, l'Istituto Geografico Militare, la Società
Geografica italiana, l'Istituto archeologico
germanico, la biblioteca della Università di
Urbino, la biblioteca della Università di Macerata,
la biblioteca della Università di Perugia, la
biblioteca della Università la Sapienza - Facoltà
di Lettere e Filosofia - ha sviluppato un progetto
di lavoro per la "Forma urbis di Tifernum
Tiberinum". Nella ricerca saranno
sviluppate indagini per la definizione completa
ampliando la verifica presso altri istituti e
biblioteche.
Il lavoro di indagine che sarà pubblicato nella
"Collana di studi sulla Italia antica,
vol.7"è stato così delineato:
1. Inquadramento geomorfologico;
2. Inquadramento cartografico territoriale;
3. La tribù Clustumina;
4. Il Tevere;
5. Individuazione cartografica degli elementi
archeologici visibili;
6. La centuriazione;
7. Le fonti documentali (epigrafi, mappe,
manoscritti, ecc.);
8. Ipotesi di ricostruzione del territorio di
Tifernum Tiberinum;
9. Ipotesi di ricostruzione del nucleo del
municipium di Tifernum Tiberinum;
10. Sviluppo dell'impianto della città fino
all'XI sec. d.C.;
11.Schede e catalogazione fotografica;
12. Bibliografia e fonti;
13 Indice analitico (banca dati);
A fine progetto Cdrom dello studio completo.
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Epigrafe
conservata presso la
Sala consiliare
del
Comune di Città di
Castello (foto E.
Paleani)
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La
Soprintendenza
per i Beni
Archeologici
dell'Umbria -
cos'
definisce la
situazione attuale di
Tifernum Tiberinum
con pagina web creata
nel sito
istituzionale il
25/07/2006, ultima
modifica 16/01/2008
con tutti
i diritti riservati
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La scarsa e sporadica
documentazione archeologica, resti di mosaici,
soprattutto, oltre a qualche struttura inglobata,
non consente una lettura chiara dell’impianto
urbano. Alcune strutture, recentemente emerse
all’interno dell’area urbana, contribuiscono
tuttavia a precisarne i contorni.
Si tratta probabilmente di un impianto di tipo
anfiteatrale databile al I secolo d.C. ed un
complesso idraulico di età più tarda. In
corrispondenza del muro d’ingresso
dell’anfiteatro sono state rinvenute due lastre di
marmo con iscrizioni riferibili a magistrati locali.
L’intera area archeologica può essere pertanto
considerata come il primo rinvenimento di carattere
urbanistico pertinente ad una zona pubblica
dell’antico municipio romano.
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Il ritrovamento
protostorico più importante è quello di Riosecco,
ma frequentazioni umane sono attestate già in epoca
neolitica. L’abitato era esteso oltre un ettaro,
dotato di grandi edifici rettangolari con alzato
ligneo. I materiali restituiti dallo scavo possono
essere datati dalla fine dell’VIII sec. a.C. al VI
sec. a.C.,
La localizzazione topografica di Tifernum
Tiberinum e la sua identificazione con
l'attuale Città di Castello si è basata finora su
elementi non sufficientemente significativi. E’
Plinio il Giovane la fonte antica più ricca di
notizie sull’antico municipium di Tifernum
Tiberinum; lo scrittore possedeva molte
proprietà nel territorio tifernate.
Grazie ai recenti rinvenimenti all’interno
dell’area urbana tra le attuali vie G. Oberdan,
Borgo Farinario e delle Santucce (la cosiddetta area
ex F.A.T.), il centro antico ha assunto connotati più
precisi. La struttura recentemente scoperta ha una
forma ellissoidale definita da due muri in opera a
sacco, divisi da un'intercapedine, e con il
paramento esterno in opera vittata. I confronti più
vicini per la struttura ellittica rientrano nella
categoria delle palestre e soprattutto degli
anfiteatri, anche se è evidente come in questo caso
manchino gli elementi strutturali di sostegno della cavea,
ma non sembra inverosimile ipotizzare che l'impianto
utilizzasse il terrapieno naturale. Tipologicamente
l'impianto anfiteatrale potrebbe essere avvicinato
ai tipi cosiddetti "provinciali", privi
dell'elevato tipico, con arena scavata e cavea che
poggia in parte su un'elevazione naturale e in parte
costruita a terrapieno frazionato. La datazione di
questo edificio che era comunque adibito a
spettacoli può essere fissata nel I sec. d.C.
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L’anfiteatro è quindi
il primo rinvenimento di carattere urbanistico
riferibile ad una zona pubblica di Tifernum
Tiberinum, ubicato in un’area, il quartiere
Mattonata, dove sono concentrate le principali
evidenze archeologiche in particolare i pavimenti a
mosaico, riferibili probabilmente a domus.
Le presenze archeologiche interne all’era urbana
sono concentrate in un’area ristretta e con
un’organizzazione topografica ben definita,
delimitata dall’odierno Corso Vittorio Emanuele,
forse l’antico cardo maximus. Lo scavo ha
restituito due epigrafi e una base di statua
rinvenute tra il muro in opera reticolata e
l’ingresso all’arena. Le iscrizioni sono
dedicate a Caio Palio e Caio Tussidio Marciano,
magistrati appartenenti alla tribù Clustumina, tribù
dominante per gli abitanti di Tifernum Tiberinum;
dato il periodo storico nel quale vanno inquadrate,
possono essere collegate ad onori resi ai personaggi
ricordati, che potrebbero aver rivestito ruoli di
rilievo proprio nella costruzione dello stesso
complesso architettonico, databile in base alla
tecnica edilizia al I sec. d. C.
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